DipendenzaAffettiva_1

Dipendenza affettiva

Le frasi

Non dipendere dalla luce di un altro.
È persino meglio che tu brancoli nel buio, ma che almeno sia il tuo Buio!

Osho

Amerai il tuo prossimo come te stesso

Lv 19, 18

DipendenzaAffettiva

Il commento

A volte ci permettiamo di attaccarci all’altro in maniera non vera e non reale. Intendo che spesso pensiamo di non valere molto, di non essere belli o importanti e ci vediamo “valorizzati” solo se l’altro ci dice o fa qualcosa di concreto per noi. Ma questo porta ad avere aspettative nei confronti dell’altra persona e inizia un circolo vizioso dove tu vali e sei importante solo se gli altri…

Quanto è invece fondamentale riaquisire la nostra vera natura? Siamo esseri creati a Sua immagine, quindi unici e meravigliosi! Se noi per primi non crediamo a noi stessi… come possiamo pretendere che lo facciano gli altri? Se non scelgo ogni giorno come voglio rispondere al dono della vita… allora nessuno mai potrà aiutarmi a guarire dalle mie paure, dalle mie fatiche, dai miei pregiudizi, dalla mia negatività.

Ovviamente il mondo non ci aiuta a guardare la vita come un dono: basta accendere il telegiornale per trovarci in mille notizie – volutamente scelte – per indurci al pessimismo e all’unica effimera felicità legata al potere d’acquisto. Capita anche che mangiamo con la tv accesa avvelenando ulteriormente il cibo che assumiamo. E’ questo il modo di rispondere al dono di ogni singolo respiro?

Siamo innamorati della vita o la affrontiamo come una sfida, una fatica, un lottare? Al mattino ci pensiamo fortunati per il dono della vita o permettiamo che la mente ci metta in ansia per ogni cosa? Durante il giorno riusciamo ad avere pensieri positivi e motivi, anche piccoli, per dire grazie o un… trascinarsi? E alla sera ci doniamo il tempo per trovare sempre almeno 3 cose di cui dire grazie o alimentiamo negatività anche per le ore che dovrebbero dare ristoro e riposo?

Proprio in questo periodo si affronta, nella fede cristiana, il tema della Luce. Quante volte abbiamo ascoltato la parabola del cieco nato a cui Gesù ridona la vista…. ma per quanti anni non l’ho capita! Con la mia chiusura mentale e i miei pregiudizi. Sicuramente, al posto del cieco, avrei insultato quello “straniero” (Gesù) per l’indelicatezza di sputare per terra, fare del fango e offendermi ulteriormente nella mia condizione di “emarginato” per una “colpa” che sicuramente era arrivata per chissà quali errori. Ma iniziando a provare ad andare al di la del proprio orticello, quest’anno mi sono reso conto che forse sarei rimasto “possibilista” e … avrei provato a “tentare” anche questa strada. Del resto, l’apertura permette di fare esperienze e poi valutare se utili o meno alla propria vita. Che dire poi della sua risposta ai dottori della legge che chiedevano chi fosse quel “tale”?

Allora avanti tutta per provare a sentirsi unici, anche con le nostre zone d’ombra. Cerchiamo le piccole cose e troveremo le grandi. Anche un fiore, una melodia, la natura, il rumore del nostro respiro! Banalità o piccoli autentici miracoli?

Namastè