Osa

Vita come espressione di realtà

La frase

Non possiamo pretendere che la nostra vita sia un paradiso, se dentro di noi esiste l’inferno. Le nostre vite sono l’espressione della nostra realtà interiore. Più la mente è indirizzata a scoprire l’Origine, più si volge alla Pace ed all’Amore, e più queste qualità emergeranno, prima di tutto, all’interno dell’individuo e poi come conseguenza naturale, nella sua realtà circostante.

Il commento

Già…la nostra realtà interiore! Ma che fatica capirla e permettersi di renderla manifesta, di esternarla, di farla capire agli altri, soprattutto quelli più vicini. Ma essere terapeuta, nonostante il sentirsi semplici e affrontando il dono dell’accogliere se stessi e dell’altro con umiltà e apertura, ti insegna a non giudicare e a vedere ogni essere come unico, irripetibile e vero miracolo. Ogni persona è in cammino per evolvere!

Allora inizi a percepire che tanta unicità è frutto di un progetto non umano ma divino, una corrente di puro AMORE che ci vede come parte attiva della creazione: si, siamo stati chiamati a cooperare con LUI per il bene comune. Che immensità di progetto! E quanto si discosta dalle idee umane! Cooperare, permettere di manifestare piccoli e grandi gesti, parole o frasi che arrivino all’anima… tramite la nostra semplice esistenza; ecco il vero dono. Si, esatto, co-creazione. Siamo stati pensati e voluti all’atto della creazione: Dio ha gioito nel pensarci perché era cosa non buona ma molto buona. Ecco il progetto di Dio, continuare nella creazione attraverso di noi, oggi, adesso… ora!

Allora la scelta è personale: ogni mattina sta a noi decidere se la vita è un dono o meno. Sta a noi se lamentarci di tutto o provare a trasformare tutto, vedere le cose negative o donarci attimi di meditazione, immagini care, melodie che placano l’ansia, esperienze a contatto con la natura. Quanta ricchezza e varietà abbiamo alla nostra portata! A prescindere dalle fatiche e dalle incertezze. Un grandissimo della storia disse: “Se non diventerete come bambini….”. Parole vere ed ancora attuali: il bambino non gioca ai pirati….è il pirata. Se osserviamo con attenzione i bambini ci accorgiamo che non fa delle cose… ma vive le cose. Nei primi anni di vita, finché non li manipoliamo, il bambino è nella consapevolezza dell’essere; poi crescendo passerà al fare.

Prendiamo ad esempio quante volte abbiamo sentito dire ad una bambina: non reagire come un maschiaccio perché ad una bambina non si addice! E al maschietto: non piangere come una femminuccia. Sono semplici esempi che fanno capire come, anche in buona fede, forziamo l’anima e la sensibilità di una persona in crescita. Chi non ha dovuto, tanto o poco, ingoiare fatiche, parole, atteggiamenti, insulti? E il nostro animo cosa dice? E il nostro corpo come soffre?

Allora proviamo a scoprire la nostra vera origine divina accettando noi stessi con un nuovo entusiasmo e amore. Del resto il comandamento dell’amore si permea sul fatto che possiamo amare gli altri tanto quanto ci permettiamo di amare noi stessi! Già… amare noi stessi. Quanto è difficile imparare a farlo davvero. Spesso è più facile delegare gli altri creando però aspettative. Capita quindi che se gli altri ci cercano, ci fanno sentire importanti, belli, capaci… allora ci sentiamo bene davvero… ma se questo non succede andiamo in crisi e ci pensiamo uno dei tanti. Ma se Dio ci ama così come siamo chi siamo noi per non accettarci per davvero? Questo non vuol dire accontentarsi ma provare a conoscersi davvero, provare ad entrare in profondità per iniziare a percepire il proprio SE autentico.

Quando vediamo una persona e ci sentiamo bene perché riusciamo a vivere pienamente, oppure se vediamo l’alba e ci sentiamo rinascere… forse attribuiamo queste esperienze ricche non a noi ma all’altro, all’alba. Invece non è così. Se viviamo queste esperienze con intensità, trasporto, commozione significa che queste qualità sono presenti in noi. Serviva solo un’occasione per far leva e aiutarci a tirarle fuori e renderle manifeste.

Quante volte pensiamo di essere soli ed invisibili? Quante volte pensiamo che nessuno vede quello che siamo davvero? Il Padre ci vede sempre e gioisce nel provare a dirci che non siamo invisibili per Lui! Ma se non siamo convinti prima noi della nostra unicità… come potranno vederlo gli altri?

Ho letto che noi saremo quello che pensiamo oggi. Quanta verità doverlo ammettere: i fatti parlano! Quindi sta solo a noi di provare a vedere ogni persona e situazione come specchio, come una opportunità di crescita, come una possibilità per conoscere ed affrontare altre nostre peculiarità, fatiche, paure, pregiudizi. Capire che ogni persona deve essere lasciata libera di stare ferma o di provare a conoscersi, affrontarsi, amarsi.

Allora via la paura e andiamo incontro al viaggio più meraviglioso che ci sia: conoscere e fare esperienza della nostra unicità!

Conoscere e affrontare se stessi porta cambiamento, a volte anche faticosi da capire, digerire e affrontare. Spesso ci si accorge che viviamo con delle maschere, a volte in maniera inconscia, a volte per scelta. Può capitare di aver paura del giudizio o non accettazione degli altri. Ma quando ne diventiamo consapevoli… allora diventa faticoso continuare a farlo. Ce lo dobbiamo!

La primavera è iniziata e con lei arriva nuova linfa che risveglia e fa germogliare. Ecco l’augurio per ogni persona, per ogni angelo terreno, di permettersi di essere, abbondando le proprie zone d’ombra, le proprie paure per essere consapevoli della propria unicità nel capitolo co-creazione.

Buona vita.

Namastè

 

di Gianni Romano